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Nella storia della scienza esistono figure straordinarie, i cui nomi – fonte di ispirazione per gli addetti ai lavori – sono purtroppo poco conosciuti tra gli estranei. Una di queste figure straordinarie è quella di Florence Nightingale, scienziato al servizio degli indigenti e degli ammalati.
Milioni di pazienti in tutto il mondo beneficiano ogni giorno di cure e premure mi permetto di aggiungere, da parte di infermieri ed infermiere. Il sorriso di un’infermiera in un momento di difficoltà rincuora il paziente in un modo tale che la malattia sembra meno dolorosa e le cure meno invalidanti. Tuttavia pochi sanno che lo sviluppo di questa professione, lo dobbiamo ad una donna straordinaria la quale, unendo la passione per la scienza con una profonda fede cristiana ed una forte convinzione della validità della statistica, ha reso possibile la creazione della “scienze infermieristiche”. Scopriamo in questo articolo Florence Nightingale ed il suo contributo alla scienza e alla statistica.
Nel mondo si producono ogni giorno milioni di statistiche per descrivere la medicina e la sanità. Si tengono statistiche sulla natalità, sulla mortalità, sull’incidenza e sulla prevalenza delle malattie o si monitorano in modo continuo le cause di decesso dei pazienti. E’ prodigioso pensare che tutto ciò, ossia questo ordine meticoloso nel registrare e classificare il mondo sanitario e medico, è frutto del lavoro di una semplice e prodigiosa infermiera, di un brillante statistico e di un acuto matematico.
No, non sono tre persone distinte che hanno formato un team di ricerca straordinario. Sono bensì doti appartenute alla stessa persona o, per essere più precisi, alla stessa donna, la nostra scintilla di questo articolo: Florence Nightingale.
Florence Nightingale: pillole biografiche
Florence nasce in Italia da una famiglia inglese: non è cittadina italiana, è una cittadina britannica, nata in Italia per puro caso. Figlia di William Edward Nightingale (pioniere dell’epidemiologia) e di Frances “Fanny” Smith (figlia dell’abolizionista William Smith) cresce in una famiglia agiata e con una forte propensione scientifica.
Donna cattolicissima e determinata, Florence Nightingale si dedica sin dalla giovane età agli ammalati mostrando per loro una dedizione speciale. Chiamata come infermiera nella guerra di Crimea (conflitto tra Russia e Francia sul controllo dei luoghi santi della cristianità in territorio turco) si fa portavoce presso il Governo inglese delle problematiche degli ospedali militari.
Henry W. Longfellow racconta in forma poetica la dedizione di Florence nell’assistere, confortare ed incoraggiare gli ammalati, correndo da un letto ad un altro, armata di una lampada.
I feriti sul campo di battaglia,
nei tristi ospedali del dolore,
i bui corridori senza vita,
i pavimenti di fredda pietra.
Guarda! in quella casa della sofferenza
vedo una signora con la lampada
mentre passa nella luce incerta
veloce da una baracca all’altra.
Henry W. Longfellow
L’osservazione meticolosa delle carenze degli ospedali militari nell’800, la spinge ad elaborare una propria teoria di nursing incentrata sul concetto di ambiente. Attraverso l’identificazione di cinque caratteristiche essenziali di un ambiente ospedaliero, Florence Nightingale pone le basi di quegli elementi, fondamentali ancora oggi, per la corretta gestione del paziente in ambiente ospedaliero. Aria pulita, acqua pura, sistema fognario efficiente, luce, calore e dieta adeguata diventano lo standard per ogni ambiente ospedaliero.
Scienze infermieristiche e metodo scientifico
Combinando le doti infermieristiche con le abilità matematiche ereditate dall’ambiente familiare, Florence Nightigale si batte per l’introduzione del metodo scientifico anche nelle scienze infermieristiche. Questo fa sì che il ruolo di infermiere non sia più considerato un mestiere, ma una vera e propria professione con tanto di addestramento e formazione scientifici. Fonda la Nightingale Fund per la formazione delle infermiere (scuola tuttora esistente e conosciuta come Nightingale Training School of Nursing and Midwifery, facente parte del King’s College di Londra).
Il suo contributo al mondo della statistica la pone quale prima donna ad entrare nella Royal Statistical Society, fino ad allora esclusivo “club” per soli uomini. Attenta osservatrice critica e consulente della Sanità britannica, introduce nel campo medico i metodi di raccolta dati per le statistiche su natalità, mortalità e cause dei decessi.
Il contributo alla statistica
A lei dobbiamo le statistiche descrittive in campo medico e la meticolosa attività di raccolta, analisi e presentazione dati sulle cure mediche e l’igiene pubblica.
La Nightingale “sconvolgendo” la professione infermieristica, fino a quel momento considerata al pari di un vivandiere dell’esercito, introduce l’approccio statistico metodologico in campo medico sin dalle prime fasi di formazione del dato scientifico.
La statistica diviene quindi parte integrante del monitoraggio della storia clinica dei pazienti. Nascono così le grandi banche-dati, idonee a fornire informazioni sempre più accurate e complete. Le informazioni cliniche, seguite in modo rigoroso da un punto di vista non solo medico, ma anche statistico, divengono una continua fonte di sapere. Una fonte che rende possibile la medicina come oggi la conosciamo: scienza che, osservando l’evolversi delle patologie, rende possibile la speranza di trattamenti efficaci.
Conclusione
Il ruolo di Florence Nightingale nel mondo scientifico è enorme. Il suo contributo è sotto gli occhi di tutti i pazienti che ogni giorno trovano nella cura e nella dedizione degli infermieri una fonte di speranza. La statistica e la matematica della Nightingale insegnano ad ogni ricercatore la strada della scienza, connubio perfetto tra rigore e umanità. I dati su cui la scienza fonda la propria forza sono il dono che ciascuno ammalato fa di sé agli altri. Sono il frutto del lavoro meticoloso degli infermieri che rendono quel dato utile per capire la natura.
Questo articolo è dedicato ad un’infermiera speciale dell’Ospedale Ciaccio di Catanzaro. Ella era una donna con la lampada che ha saputo alleviare le pene delle giornate ospedaliere con il suo sorriso e la sua accoglienza. La sua voce, delicata nel rincuorare e nel confortare, era un suono come quello degli uccellini sugli alberi. Dolce, intenso e caloroso nelle fredde gelate della malattia e fresco e accogliente nelle afose giornate della paura.